I dati dell'Emilia-Romagna
Sunday, June 26, 2005
  Agricoltura: calano esportazioni agricole in Emilia Romagna Modena 2000 : "Raccoglie sempre pi�consensi l'annunciata mobilitazione di Coldiretti Emilia Romagna per domani. Lo annuncia in un comunicato stampa la stessa Coldiretti, ricordando che 'hanno dato l'adesione alla manifestazione, schierandosi a fianco dei coltivatori, Associazioni consumatori (Adiconsum e Acu), Legambiente, Consorzio del Lambrusco di Modena, Amab (associazione produttori biologici), cooperative e consorzi agroalimentari'.Alla mobilitazione, che dall'Emilia Romagna si estender�nelle prossime settimana a Roma e Bruxelles, parteciper�anche il segretario generale, Franco Pasquali. L'obiettivo - scrive l'organizzazione - � 'rilanciare l'agricoltura di qualit�e incentivare i consumi di prodotti agricoli nazionali. Nelle scorse settimane - ricorda Coldiretti - prima dell'arrivo sul mercato della nostra produzione di ortofrutta fresca, nei centri vendita dell'Emilia Romagna era presente prodotto d'importazione di dubbia qualit�, in un caso su tre senza nessuna indicazione della provenienza'.Citando i dati dell'Osservatorio Agroalimentare regionale, Coldiretti ricorda che la voce 'prodotti dell'agricoltura e dell'orticoltura', comprensiva di frutta, ortaggi, cereali e oleaginose, nel 2004 ha fatto registrare importazioni per 804 milioni di Euro, con una leggera contrazione (-1,1%) rispetto all'anno precedente, mentre le esportazioni si sono fermate a 519 milioni di Euro con un crollo dell'11,6% rispetto al 2003." 
Friday, June 24, 2005
  Le imprese emilano-romagnole protagoniste all'estero ECONOMIA - Le imprese emilano-romagnole protagoniste all'estero: "Le imprese emiliano-romagnole sono protagoniste dell%u2019internazionalizzazione non solo mediante le esportazioni, ma anche attraverso gli investimenti diretti esteri: tra il 2000 e il 2004 le partecipazioni all%u2019estero censite dalla banca dati Reprint del Politecnico di Milano sono aumentate dell%u201911,1% passando da 1.734 a 1.927 (considerando sia le partecipazioni di controllo, sia le partecipazioni paritarie e minoritarie) facenti capo a 661 imprese. A crescere �anche il grado di attrattivit�del territorio regionale che, diventando sempre pi�appetibile, ha attirato in quattro anni, il 16,6% in pi�di partecipazioni estere. (tabelle 1-2). Rispetto alla consistenza complessiva delle partecipazioni estere in Italia, il peso dell%u2019Emilia-Romagna �pari all%u20198,1% in termini di imprese partecipate, al 6,6% dei dipendenti, al 5% del fatturato e del valore aggiunto: un risultato inferiore alla media nazionale che �pari all%u201911,8%.

A conferma della buona performance della regione all%u2019estero, l%u2019indagine, realizzata per conto di Ervet %u2013 Emilia-Romagna Valorizzazione Economica Territorio, osserva come per l%u2019insieme dei settori considerati il grado di internazionalizzazione dell%u2019Emilia-Romagna %u2013 pari al 21,4% - risulti superiore al dato nazionale (15,5%), sostanzialmente allineato a quello della Lombardia (22,3%) e inferiore solo a quello del Piemonte (34%). (tabella 3).

Le 661 imprese emiliano-romagnole multinazionali - tra gruppi finanziario%u2013industriali ed imprese autonome - occupano attraverso le partecipazioni estere 151.383 dipendenti e generano un fatturato pari a 24,2 miliardi di euro (dati 2003). Mentre le imprese con sede principale nella regione partecipate da imprese straniere sono 583 e occupano 61.719 dipendenti: nel 2003 hanno realizzato un fatturato di 17,8 miliardi di euro e il valore aggiunto da esse prodotto �stato pari a 3,6 miliardi di euro. In Emilia-Romagna, dunque, il bilancio tra partecipazioni estere in uscita e in entrata �positivo di 78 unit�." 
  Lavoratori atipici: professionisti per scelta e non per necessita' EMILIANET - ECONOMIA: "Et%uFFFDmedia 42 anni, per la maggior parte maschi (69%), di cultura medio-alta (oltre il 50% %uFFFDlaureato ed il 15% %uFFFDin possesso di titolo post laurea), con altissimo grado di competenze professionali; ha scelto il proprio lavoro e non l'ha subito, decidendo di lavorare in proprio per motivi di realizzazione personale, per essere indipendente: in prevalenza professionista con partita IVA, pluricommittente; soddisfatto ed ottimista sul proprio futuro. Questo, in sintesi, l'identikit del collaboratore professionista e del libero professionista, che emerge sondaggio che SWG ha effettuato per CNA InProprio attraverso interviste ad un campione di 319 soggetti residenti in 8 citt%uFFFDitaliane: Bari, Bologna, Firenze, Genova, Milano, Pesaro-Urbino, Reggio Emilia, Roma.

L'Emilia Romagna %uFFFDl'unica regione presente con due capoluoghi di provincia, Bologna e Reggio Emilia, sia per l'elevata presenza di autoimprenditori, ma anche in virt%uFFFDdi una diffusione omogenea sull'intero territorio, a differenza delle altre realt%uFFFD, nelle quali i lavoratori autonomi si concentrano pressoch%uFFFDesclusivamente nel capoluogo regionale.
I numeri indicano infatti che i lavoratori autonomi di seconda generazione o 'atipici' come vengono chiamati per distinguerli dai 'tipici' lavoratori dipendenti in Emilia Romagna sono in forte crescita. In regione sono 316.699 i soggetti iscritti alla data del 31 dicembre 2004 al Fondo gestione separata INPS (3 milioni e 300 mila a livello nazionale).

Di questi, 29.000 sono i professionisti e collaboratori professionisti (400.000 a livello nazionale). L'Emilia Romagna dunque con il 10 % del totale nazionale si pone tra le regioni pi%uFFFDatipiche, seconda solo alla Lombardia." 
  Lavoro, aumenta la dissocupazione in Emilia-Romagna Lavoro, aumenta la dissocupazione in Emilia-Romagna: "Pi%uFFFDdisoccupati in Emilia-Romagna nel corso del 2004, anche se il mercato del lavoro regionale continua a mantenere elementi di solidit%uFFFDe qualit%uFFFDtra i migliori del panorama nazionale ed europeo. Lo dice il rapporto 'Economia e lavoro in Emilia-Romagna' curato da Gilberto Seravalli dell'Universit%uFFFDdi Parma per la Regione, presentato nel corso di una conferenza stampa.
Dopo una lunga fase di aumento dell'occupazione, dal 1995 al 2003, e che ha comportato un aumento di circa 25 mila lavoratori all'anno, nel 2004 si registra infatti una battuta d'arresto: aumentano i disoccupati ( 11mila) e cala il numero degli addetti (-24mila).Secondo il Rapporto, il tasso di occupazione in regione si porta al 68,3% e %u2013 ricalcolando i dati dell'Istat, che nel 2004 ha modificato le modalit%uFFFDdi rilevazione %u2013 si registra un calo, rispetto al 2004, dell'1,2%.
L'occupazione maschile %uFFFDal 76,2%; quella femminile %uFFFDal 60,2,%.In entrambi i casi, si tratta di livelli superiori sia alla media nazionale (rispettivamente il 69,7% e il 45,2%) che a quella del nord-est (tasso maschile 75,8%, femminile 55,7%) e comunque gi%uFFFDoltre gli obiettivi fissati dall'Unione europea per il 2010." 
Thursday, June 16, 2005
  Export: boom in Emilia-Romagna, 15,9% Export: boom in Emilia-Romagna, 15,9%: "ati confortanti per l'economia, in un periodo in cui di buone novelle se ne vedono e sentono sempre meno. Nel primo trimestre dell'anno, da gennaio a marzo, il nostro export e' cresciuto del 6,3% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso ( 5,2% verso i paesi europei e 8,1% verso l'area extra-Ue). Tra le Regioni spicca la Sardegna che guida la classifica con un aumento delle esportazioni pari al 67,1%.
Ottimo il risultato anche per l'Emilia Romagna ( 15,9%), seconda regione per esportazioni davanti a Veneto ( 13,9%) e Sicilia ( 13,7%). Seguono Umbria ( 13,6%) e Puglia ( 13,5%). 'Maglia nera' alla Basilicata, -31%. Male anche il Friuli Venezia Giulia che ha segnato una flessione dell'11%. Segno meno per Calabria e Lazio, con rispettivamente -9,7 e -7,1%. A scattare la fotografia sull'andamento delle esportazioni italiane, regione per regione, e' l'Istituto nazionale di statistica. La ripresa, sottolinea l'Istat, ha interessato un po' tutte le ripartizioni territoriali, tranne l'Italia centrale dove il segno e' stato negativo (-0,9%)." 
Tuesday, June 14, 2005
  In crisi l'agricoltura biologica dell'Emilia Romagna EMILIANET - ENTI LOCALI: "In crisi l'agricoltura biologica dell'Emilia Romagna: -14,1% le aziende certificate nell'ultimo anno (- 12,3 % a Bologna). Aiab Emilia-Romagna (Associazione italiana agricoltura biologica), corre ai ripari lanciando una campagna per promuovere i prodotti biologici, quelli cio�coltivati senza l'utilizzo di concimi, diserbanti e altre sostanze chimiche di sintesi e per spiegare che sono tutti privi di Ogm (organismi geneticamente modificati).
La campagna, che avr�come logo un pomodoro che ride incorniciato dalla scritta 'Cibo Ogm? No grazie', richiamandosi a quella del sole che ride contro il nucleare, far�uso di fascicoli informativi, depliant, locandine, bandiere, spillette e borsine. Sar�presentata sabato 18 giugno, a Bologna, nell'ambito di 'Mercato diverso', la fiera dell'economia solidale bolognese, vicolo Bolognetti, sede Quartiere San Vitale.
'La legge impedisce di indicare, sui prodotti biologici, l'indicazione 'privo di Ogm' %u2013 spiega Giovanni Matteotti, presidente di Aiab E-R -, perch�questa caratteristica fa implicitamente parte della dicitura 'agricoltura biologica'. Talvolta per�ai consumatori non �chiaro che tutti i prodotti biologici sono privi di sostanze derivate da Ogm, per cui abbiamo pensato a questa campagna informativa'.
Oltre ad Aiab, la campagna �promossa da Baule volante, grossista di prodotti biologici, da Icea, Istituto per la certificazione etica ed ambientale e dalla rete dei negozi Naturas�. L'adesione �aperta a tutti, dalle associazioni ai produttori, dalla grande distribuzione ai negozi specializzati, dagli enti di certificazione, ai consumatori. Tra i primi aderenti l'intera Coalizione 'Liberi da Ogm', che riunisce una lunghissima serie di organizzazioni come Coldiretti, Coop, Slowfood, Legambiente e altre sigle ambientaliste, associazioni di consumatori, assessorati regionali, sindacati di categoria.

I dati sul biologico in Regione e a Bologna
I dati regionali sul biologico, pubblicati dall'Assessorato regionale all'agricoltura e diffusi da Aiab E-R, fanno registrare una netta flessione per il secondo anno successivo, dopo 5 anni di crescita. Dall'ultimo monitoraggio al 31 dicembre 2004 risultano 4.102 le imprese certificate, garantite cio�come biologiche da appositi organismi indipendenti di controllo, contro le 4.778 dell'anno precedente. Le superfici agricole coltivate a biologico sono invece di 92mila ettari, 14mila in meno (-13%) sul 2003.
Nella provincia di Bologna si �passati da 734 bio-aziende, a 644 (-12,3%): 111 di preparazione e trasformazione e 533 di produzione. Tra queste ultime 352 sono unicamente biologiche, 118 sono miste (prodotti bio e non), e 63 stanno passando dalla produzione convenzionale a quella biologica.
Nel resto della regione, la provincia che continua a mantenere il primato per numero di bio-aziende �quella di Forl�-Cesena: 806, ma con un crollo del -20,6% sull'ultimo anno. Le altre, in ordine decrescente sono: Parma, con 686 aziende (-17,2%); Modena, 545 (-12,1%); Reggio Emilia, 415 (-15,3%); Piacenza, 412 (-6,8%); Ravenna, 309 (-3,7%); Ferrara, 159 (-8,1%); Rimini, 126 (-13,7%).
'La difficolt�interessa tutt'Italia %u2013 commenta Matteotti - ed �legata al drastico calo dei contributi pubblici a sostegno dei produttori certificati. Il mercato bio infatti, pur nella contrazione generalizzata della spesa alimentare, continua a tirare e la nostra campagna �volta a consolidarlo ulteriormente. Ma occorre che ciascuno faccia la sua parte. L'Amministrazione regionale torni a sostenere le produzioni biologiche, che sono pi�rispettose dell'ambiente e dei consumatori, non solo come ha fatto in passato incentivando le certificazioni, ma anche promuovendo canali di smistamento, distribuzione e valorizzazione dei prodotti biologici, a vantaggio delle piccole imprese'.
Subisce meno la crisi di settore e rafforza la propria posizione Icea, il principale organismo di certificazione del biologico, collegato ad Aiab. Da solo ha infatti certificato l'anno scorso in Emilia Romagna 1.090 operatori, pi�di un quarto del totale, e 19.609 ettari di coltivazioni. Il calo delle aziende bio certificate da Icea �stato del -3,3%, quello delle superfici del %u2013 6,6%." 
Thursday, June 09, 2005
  Bankitalia: nel 2004 'ripresina' in Emilia-Romagna Economia, Bankitalia: nel 2004 'ripresina' in Emilia-Romagna: "In Emilia-Romagna nel 2004 si �registrata una 'modesta' ripresa. Lo si evince dalla relazione annuale elaborata dalla Banca d'Italia, nella quale viene sottolineato in particolare un aumento del Pil regionale nel 2004 dell'1,4%, a fronte di una media nazionale dell'1,2% (stime fatte da uno studio commisionato da Confartigianato regionale nei giorni scorsi parlavano di un 1,8%).
Alcuni settori hanno contribuito pi�di altri alla 'ripresina', grazie ad annate complessivamente positive e capaci, da sole, di portare ad un andamento economico se non buono in termini assoluti, certamente di qualit�migliore rispetto al resto del Paese.
''L'economia regionale continua a dare segni di vitalit�e vigore', sono le parole di Conigliani, direttore della Banca d'Italia dell'Emilia Romagna. La performance emiliano-romagnola si inserisce in un 2004 che �stato l'anno in cui si �registrato un boom del commercio mondiale. Per l'Italia l'occasione poteva essere ghiotta. ''Avrebbe potuto fare di pi�'', ammette Conigliani, osservando poi che i dati degli ultimi 20 anni evidenziano che ''quando cresce l'economia mondiale quella regionale, votata com'e' all'esportazione, va meglio della media nazionale''." 
Wednesday, June 08, 2005
  2.071 nuovi utenti dei SerT nel 2003. Lungoparma.it: Notizie: "Secondo la Relazione Annuale al Parlamento sulle Tossicodipendenze, nel 2003 in Emilia Romagna gli utenti dei SerT sono 10.773 (8.835 maschi e 1.938 femmine) di cui 2.071 sono nuovi utenti. I dati sono stati anticipati in occasione della presentazione a Roma del congresso della Federserd. Per la nuova utenza l'et�media �di 29 anni, mentre per quella gi�in carico �di 33 anni. Nei SerT dell'Emilia Romagna la sostanza primaria di abuso �l'eroina nel 78,3 per cento dei casi. Seguono la cocaina (10,9 per cento) e i cannabinoidi (9,3 per cento). L'ecstasy figura come sostanza primaria di abuso nello 0,9 per cento dei casi. Le principali sostanze di abuso secondarie sono rappresentate dai cannabinoidi e dalla cocaina. Il profilo dell'utenza in Emilia Romagna non differisce in maniera significativa da quello degli anni precedenti e va segnalato un costante aumento di quella dipendente da cocaina.Il trattamento pi�praticato dai SerT dell'Emilia Romagna �quello di tipo psicosociale ambulatoriale, seguono i trattamenti metadonici integrati a lungo termine e gli inserimenti comunitari (1.777 di cui 1.633 in strutture della Regione e 144 in strutture fuori regione). Risultano in leggero aumento gli inserimenti in strutture residenziali mentre cominciano a farsi sentire gli effetti dell'Accordo Regione-Coordinamento enti ausiliari, in particolare per quel che attiene la ricerca di continuit�assistenziale attraverso il maggiore utilizzo di strutture regionali. Per quanto riguarda la mortalit�dei tossicodipendenti per overdose si registrano 22 decessi. Il dato, non definitivo, sembra indicare un assestamento della mortalit�per overdose." 
  Cresce il Pil in Emilia-Romagna: +1,8% nel 2004 In Emilia Romagna il PIL e' in crescita e il saldo commerciale presenta elementi positivi, ma la produzione industriale e' ancora ai blocchi di partenza: e' quanto evidenzia la periodica ricerca di Confartigiano Federimprese della regione commissionata al Centro studi Sintesi di Mestre ed elaborata su dati Prometeia.
L'Emilia Romagna, con un Prodotto Interno Lordo pari a 119.158 milioni di Euro, contribuisce a formare circa il 40% del PIL dell'area NordOrientale e l'8,8% del nazionale, inoltre rispetto al 2003 il PIL è cresciuto dell'1,8%, contro lo 0,2% del 2003. Positivo anche il valore del PIL pro capite, pari a 29.367 euro per abitante, superiore del 4,9% al Nord Est e del +25,1% del nazionale.

Nel 2004 il valore dei consumi interni delle famiglie ha sfiorato i 70 milioni di euro (69.739,8 mln €), poco più del 39% dei consumi totali registrati nel Nord Est e l'8,5% dei consumi complessivi nazionali.

Per quanto riguarda le Province in termini assoluti, la maggior crescita di valore aggiunto si è realizzata a Reggio Emilia (+2,4%), ma anche l'evoluzione positiva in altre province (Bologna: +2,3%; Ferrara: +2,3%; Parma: +2,2%) ha consentito di far registrare a livello regionale una crescita dell'1,8%. In previsione, nel triennio 2004/2007, sarà Bologna ad evidenziare la performance migliore (+2%), ma anche nelle province di Parma e Reggio Emilia si attendono incrementi vicini ai due punti percentuali per una variazione complessiva del valore aggiunto nella regione pari all'1,7%.
In termini relativi, rapportando cioè il valore aggiunto con la popolazione presente, il valore pro capite più elevato risulta essere quello di Bologna (30.268 Euro); la variazione più significativa (+1,4%) si è verificata a Ferrara, a fronte di involuzioni che hanno interessato la provincia di Rimini (-0,9%), quella di Parma (-0,8%) e Modena (-0,3%).

La crescita del reddito disponibile delle famiglie nella regione (+4,3%) è stata ripartita in maniera equa tra tutte le province, così come quella riferita alla spesa per consumi delle famiglie (+3,7%). Per il futuro si prevede un aumento medio dei consumi nelle varie entità territoriali intorno al 3,6% con variazioni uniformi.

In termini assoluti, il maggiore volume di esportazioni tra le province dell'Emilia Romagna è raggiunto nel 2004 da Bologna e Modena con valori superiori agli 8.300 milioni di Euro e con incrementi sostenuti soprattutto nel primo caso (+4,5%). In realtà in quasi tutte le province si sono incrementati i volumi delle esportazioni (su tutte, Reggio Emilia con un +8,2%), fatta eccezione di Forlì-Cesena (-0,9%). In prospettiva, le previsioni migliori si hanno per Ferrara (+4%), mentre Bologna e Reggio Emilia cresceranno ad un tasso medio annuo del +1,8%. Per quanto riguarda il tasso di disoccupazione, nel 2004 quattro province hanno un valore inferiore al dato medio regionale fissato al 3,7%: Reggio Emilia (2,7%), Bologna (3,1%), Piacenza (3,4%) e Parma (3,6%). Il dato più preoccupante risulta l'incremento di Rimini, +2,1% rispetto al 2003, mentre solamente Ravenna ha fatto registrare un calo rispetto l'anno precedente (-0,2%). 
Friday, June 03, 2005
  Emilia Romagna: le imprese stanno invecchiando. Lungoparma.it: Notizie: "Le imprese dell'Emilia-Romagna stanno invecchiando: sono 73mila quelle che si apprestano ad affrontare il 'cambio della guardia' ai vertici, il 20% del totale regionale, e garantiscono circa 305mila posti di lavoro. La provincia 'piu' anzian�, �Ravenna: 23,50% di imprese con titolari 'over 60', Rimini la pi�giovane: solo il 16,64% le aziende 'anziane'. Si difende Bologna, terza tra le giovani con il 19,25%, nonostante conti 14.538 aziende a rischio, il maggio numero assoluto tra tutte le province. I dati sull'invecchiamento dell'imprenditoria regionale saranno presentati da Aster (il consorzio regionale per lo sviluppo tecnologico) ad una conferenza transnazionale a Berlino venerd�e sabato. Lo studio �frutto di un monitoraggio parte di un progetto regionale per fronteggiare il ricambio generazionale. L'indagine sulle restanti province della Regione ha registrato un 22,29% di imprese over 60 a Piacenza, la seconda pi�anziana, seguita da Ferrara (21,64%), Forl�-Cesena (21,53%) e, appena al di sopra della media regionale del 20%, Parma (20,21%) e Reggio Emilia (20,14%). Se la cava meglio Modena (17,94%), che guida invece la classifica, dietro Rimini, degli imprenditori pi�giovani. Pur trattandosi nella quasi totalit�di piccole imprese, i loro 305mila occupati rappresentano una significativa fetta del 17% del totale dei posti di lavoro della regione. Il settore economico che manifesta i segnali pi�evidenti di invecchiamento �quello dell'agricoltura con il 51% delle aziende nelle mani di manager over 60. Seguono a distanza quello del commercio (14%), trasporto (12,1%), alberghi e ristoranti (11,9%), pesca (11,1), manifattura (10,6%), attivit�immobiliari (10,5%) e altri servizi (10,6%). Il problema riguarda poi maggiormente le imprese individuali. Quelle anziane sono infatti il 27% del totale regionale, contro il 10,3% delle societ�di capitali e solo il 5,4% delle societ�di persone." 
Thursday, June 02, 2005
  Emilia Romagna ai vertici per le donazioni Modena 2000 : "Italiani popolazione generosa e sensibile nei confronti dei problemi della societa' e di chi e' meno fortunato. Tra gli abitanti del Belpaese, infatti, piu' di uno su due fa almeno una donazione all'anno. Tra le cause per cui si fa beneficenza, su tutte prevale la ricerca medico-scientifica, che 'tocca' il 28,3% degli italiani. E se al Nord la prevale l'attenzione alle cause ambientaliste, al Sud solo le cause umanitarie raggiungono la media nazionale. Tra le regioni la piu' 'generosa' e' la Toscana, dove a fare beneficenza e' il 67,2% della popolazione. Seguono l'Emilia Romagna (66,5%), e la Basilicata (66,3%). In coda invece la Puglia (59,7%), il Lazio (59,3%) e la Sicilia, fanalino di coda con il 57,9%.

E' quanto risulta da una ricerca firmata 'Consodata', la societa' del gruppo 'Seat Pagine Gialle' specializzata nei servizi per il marketing, che ogni anno rileva anche l'atteggiamento degli italiani nei confronti delle donazioni. L'analisi di quest'anno e' stata effettuata su un campione di un milione e mezzo di persone, con piu' di 19 anni, estratto dalla banca dati LifeStyle di Consodata. La ricerca ha contemplato le donazioni effettuate dal 1999 al 2004 per le quattro cause principali, ovvero quelle medico-scientifiche, quelle umanitarie, quelle per i diritti dei bambini e per la tutela degli animali e dell'ambiente. In particolare, la ricerca ha permesso di stimare in quasi 29 milioni (circa il 63% degli italiani con piu' di 19 anni) i donatori, e cioe' coloro che negli ultimi anni hanno fatto almeno una donazione l'anno, di qualsiasi importo, per una o piu' delle quattro cause considerate e con qualsiasi mezzo di pagamento (dal bonifico alla carta di credito, al conto corrente postale, fino alla donazione in contanti)

Tra le 'causali' che hanno spinto a donare, il primato spetta alla ricerca medico-scientifica, che 'tocca' il 28,3% degli italiani, piu' delle cause umanitarie (18,5%), per l'infanzia (12,2%) e per l'ambiente (6,7%). Dovendo stilare, poi, una classifica regionale della sensibilita' alle donazioni, in termini di percentuale di donatori sulla popolazione, troviamo in testa la Toscana con il 67,2%, l'Emilia Romagna (66,5%) e la Basilicata (66,3%). In coda ci sono invece la Puglia (59,7%), il Lazio (59,3%) e la Sicilia (57,9%).

Consodata ha anche rilevato una diversa sensibilita' alle cause nelle regioni. In sintesi, la sensibilita' alla ricerca medica e' piu' alta al Centro, al Nord e in Basilicata.
La quota dei donatori per la causa sulla popolazione vede in testa l'Umbria (37%, contro una media nazionale del 28,3%), la Toscana (37%) e l'Emilia Romagna (33,4%), seguite dalla Basilicata (33%), che precede anche il Piemonte (31,5%) e la Lombardia (30%). In coda sono Calabria (24,5%), Trentino Alto Adige (23,8%) e Sicilia (23,4%).

La sensibilita' all'ambiente, invece, e' piu' elevata ancora al Centro e al Nord. Le percentuali di donatori per questa causa sono infatti dell'8,6% in Emilia Romagna e in Toscana, e dell'8,3% in Liguria (a fronte di un valore medio nazionale del 6,7%). Minore e' la sensibilita' per questa stessa causa in Puglia (5,1%), Calabria (5,1%) e Sicilia (4,3%)." 
Wednesday, June 01, 2005
  Emilia-Romagna: in calo i consumi alimentari delle famiglie Help Consumatori - Leggi news: "Cala il valore della produzione lorda vendibile, aumentano le spese per le aziende agricole, diminuiscono i consumi alimentari delle famiglie. E' quanto emerge dal Rapporto 2004 sul sistema agroalimentare dell' Emilia-Romagna presentato in questi giorni dalla Regione.La crisi economica - si legge in una nota - porta le famiglie a spendere meno di un tempo per mettersi a tavola ed %uFFFDinfatti scarso rispetto al passato aumento dei consumi alimentari ( 1,9%).Il rapporto evidenzia un calo del valore della produzione lorda vendibile, pari a 3.691 milioni di euro nel 2004. Nonostante l%uFFFDottima annata delle produzioni vegetali ( 28%) - continua la nota - non c%uFFFD%uFFFDstato un corrispondente aumento della redditivit%uFFFDe dei ricavi per le aziende agricole a causa della forte riduzione dei prezzi alla produzione. Anche l%uFFFDaumento delle spese come affitti, mangimi e in particolare il carburante, hanno condizionato negativamente la redditivit%uFFFDdelle imprese.Cala, infine, il numero degli occupati nel settore, mentre prosegue la tendenza all%uFFFDaumento delle dimensioni delle aziende agricole, che diminuiscono invece nel numero. (31 maggio 2005) e aumenta infine la ricettivit%uFFFDdel turismo in campagna: 10% in pi%uFFFDper gli agriturismi." 
Questa e' la pagina di dati e segnalazioni sull'Emilia-Romagna di Giampaolo Montaletti. Il sito principale e' qui.

ARCHIVES
November 2004 / December 2004 / January 2005 / February 2005 / March 2005 / April 2005 / May 2005 / June 2005 / July 2005 / August 2005 / September 2005 / October 2005 / November 2005 / December 2005 /


Powered by Blogger