I dati dell'Emilia-Romagna
Monday, September 26, 2005
  Confindustria: in Emilia-Romagna andamento positivo BOLOGNA - In uno scenario complessivamente positivo per l’economia mondiale e di forte incertezza a livello nazionale, l’economia dell’Emilia-Romagna conferma una capacità di tenuta superiore rispetto all’andamento medio del Paese.

Gli andamenti negativi di buona parte degli indicatori economici sono il risultato di un quadro eterogeneo, in cui si registrano notevoli differenze nei risultati congiunturali tra settori e soprattutto tra singole imprese all’interno dello stesso settore. Segnali positivi arrivano dalle esportazioni, che nel primo semestre 2005 sono aumentate del 10,7% rispetto al primo semestre dell’anno scorso (dati ISTAT). Anche la quota dell’export regionale sul totale nazionale è in crescita, pari al 12,7% rispetto al 12,2% del primo semestre 2004.

Gli imprenditori confermano anche per la seconda metà del 2005 un quadro di incertezza, pur evidenziando qualche segnale di graduale miglioramento. Le aspettative sono per una lieve ripresa della produzione, sotto la spinta prevalente della domanda estera, mentre la domanda interna dovrebbe continuare a rimanere sui modesti livelli degli ultimi semestri.

"L’economia dell’Emilia-Romagna, e prima di tutto l’industria - ha affermato la Presidente Anna Maria Artoni - sta attraversando una fase di profondo cambiamento strutturale i cui effetti si potranno cogliere più facilmente solo nel medio lungo periodo, che porterà ad una progressiva selezione delle imprese e delle filiere produttive in grado di sostenere la competitività. I mercati premiano sempre più le imprese che investono, che innovano e che puntano su produzioni di qualità e a più alto valore aggiunto e questo avviene anche nei settori tradizionali o nei mercati maturi. La trasformazione in atto vede le aziende della nostra regione fortemente impegnate a confermare ed accrescere la propria competitività nonostante il perdurare del ciclo economico negativo".

L’indagine sugli investimenti realizzata da Confindustria Emilia-Romagna e dalle Associazioni Industriali della regione su un campione di circa 700 aziende industriali evidenzia anche per quest’anno una forte spinta ad investire, in particolare nella ricerca e nell’innovazione.

L’82,5% delle imprese del campione ha effettuato investimenti nel corso del 2004. Anche nel 2004 gli investimenti più diffusi sono risultati quelli in informatica di gestione (37%) e in ricerca e innovazione (33,4%).

Nel corso del 2005 il 75,8% delle aziende intervistate prevede di effettuare investimenti. L’area di investimento verso la quale gli imprenditori indirizzeranno gli sforzi maggiori per il 2005 è quella in ricerca e innovazione (45,8%), che risulta in crescita rispetto a quanto realizzato nel 2004 (33,4%).

Per quanto riguarda i fattori critici per la decisione di realizzare gli investimenti previsti, si registra un significativo aumento delle imprese che segnalano l’andamento della domanda attesa come l’ostacolo principale a nuovi investimenti. Tra i fattori di natura strutturale si segnalano in particolare le criticità legate al tema delle risorse umane (impossibilità di dedicare personale alla progettazione-realizzazione e difficoltà a reperire nuove risorse) ed ai vincoli di natura amministrativa e burocratica.

"In questo quadro - ha proseguito la Presidente regionale degli industriali - il processo di cambiamento strutturale e la spinta a investire delle imprese devono essere accompagnati da politiche e azioni che determinino le condizioni più favorevoli al rafforzamento della capacità competitiva del sistema produttivo della regione. È necessario quindi che la Regione concentri i propri interventi su alcuni fattori prioritari:

- supportare gli investimenti in innovazione e ricerca. I dati confermano che le imprese che investono in nuovi prodotti, in innovazione e nel miglioramento organizzativo registrano performance positive sui mercati. La proposta di Confindustria è di rafforzare in termini di qualità e risorse le politiche di stimolo alla ricerca e all’innovazione, che stanno danno evidentemente buoni risultati.

- ampliare e rafforzare le politiche di internazionalizzazione. Il tasso di crescita dell’export (pur nel quadro di una quota italiana del commercio mondiale che diminuisce) conferma l’esigenza di accompagnare lo sforzo delle imprese per mantenere e aggredire nuovi mercati

- qualificare le politiche sulle risorse umane. L’analisi sugli investimenti evidenzia il forte ostacolo rappresentato dal tema delle risorse umane. La nostra proposta è di intensificare azioni di orientamento verso le specializzazioni tecnico-scientifiche, rafforzare la qualificazione dei contenuti formativi e diffondere iniziative di qualificazione e formazione da realizzare all’interno delle imprese.

"fare di più" per la semplificazione burocratica. Le imprese continuano ad evidenziare forti difficoltà sul versante degli adempimenti burocratici e amministrativi. Tali perduranti ostacoli indicano che occorre rilanciare in tempi brevi un programma diffuso di semplificazione amministrativa. 
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